4 DIARIO DAL COVID 2

DAD didattica a distanza

Questa mattina mi spiace per tutti voi. Il dente che ho in bocca è assai avvelenato. Oggi non sarò gentile o morbida, anzi, verrà fuori il mio lato oscuro.

Credo che molti di voi genitori o insegnati siete alle prese con la DAD, didattica a distanza. L’abominio scolastico per eccellenza.

L’inferno dei nostri figli, dei genitori e degli insegnanti.

Un dirigente scolastico ha avvertito con una circolare i genitori, di diventare invisibili durante le lezioni, perché disturbano l’insegnate con le domande, gli interventi, che si permettono di fare mentre l’insegnate spiega. Quindi a casa bisogna comportarsi come a scuola con l’assenza del genitore.

In un certo senso l’insegnante ha ragione. Ma dall’altro senso, il genitore è a casa sua, il computer è suo, il figlio è suo e quando la lezione è finita, il genitore deve uscirne pazzo per aiutare il povero figlio a incamerare nella sua bella testolina una lezione che, grazie ad una connessione che funziona a scatti, i pc che non sono perfettamente funzionanti, causa anche il fatto che le famiglie non sempre si possono permettere dispositivi nuovi, magari in appartamenti abbastanza piccoli da non poter nemmeno dividere i figli in stanze diverse. Insomma il dirigente scolastico, forse sente solo le lamentele delle insegnanti che ovviamente avranno le stesse problematiche tecnologiche delle famiglie, creando non poca frustrazione in entrambe le parti.

Mi chiedo io, ma come è possibile che genitori e insegnanti accettino questo metodo di insegnamento?

– Ma Lisa c’è il virus.-

Io amorevolmente rispondo che il virus è presso che innocuo per i più giovani, stiamo facendo saltare in aria intere generazioni per una influenza che se curata tempestivamente provoca meno morti dell’influenza stagionale.

Possibile che nessuno si ribelli, ne i docenti, ne i genitori? Anzi questo sistema mette uno contro l’altro queste due figure, lasciando i nostri figli in balia di loro stessi della solitudine e dell’annichilimento del pensiero critico, che è il foriero della nostra libertà individuale.

Nessuno lotta per dare alle future generazioni questa opportunità di crescita individuale, portandoli invece a un pensiero collettivo, che è la tomba della propria personalità.

Siamo in dietro anni luce come aggiornamento degli apparati informatici domestici, come pure quelli pubblici, credendo che con un computer dell’era preistorica si possa fare la DAD in scioltezza.

Vedo i genitori alle prese con ADSL che prima va, poi si blocca, si spegne il computer, sparisce l’immagine, ad un certo punto l’immagine c’è ma manca l’audio. L’audio allora si fa con il cellulare, il genitore che armeggia con tutti i dispositivi di casa affinché almeno uno dei suoi figli riesca in qualche modo a seguire una qualsivoglia lezione. Non crediate che per gli insegnanti, comunque ignoranti in materia informatica si trovino molto meglio. Neanche loro hanno sempre dei dispositivi adatti a questo tipo di intervento scolastico. Ecco che scocciati da queste interferenze, credono che siano gli alunni che a boicottando la lezione, quando invece forse forse è la loro connessione che non è delle migliori.

A questo punto mi chiedo, come può il dirigente scolastico allontanare il genitore che comunque cerca nel bene o nel male d’aiutare l’alunno, mentre l’insegnate frustrato dalla situazione paradossale, cerca di mantenere una calma che forse non ha più e quindi non può far vedere al genitore certe sue incompetenze non didattiche ma informatiche.

Ringrazio il cielo di avere i figli ormai adulti, se li avessi avuti piccoli avrei fatto un casino, pur di non rovinare la loro infanzia.

Una soluzione pratica e indolore sarebbe secondo me creare da parte dell’insegnate dei video con la lezione che i ragazzi seguiranno con calma, magari andando indietro con il video se per caso un concetto non lo hanno capito. A fine giornata l’insegnate si collega con gli alunni per vedere come sono andate le cose, in un ambiente più disteso, e alla fine i ragazzi le spediscono i compiti svolti.

Così non si entra in conflitto con nessuno. Una pseudo presenza la gioventù la riesce a fare, potendosi poi salutare tra loro.

Altrimenti senza se e senza ma si ritorna a scuola.

Se questa è una guerra, allora combattiamola. In guerra o si vive o si muore. Il nostro sistema immunitario è la nostra armata, ho vince lei o vince il virus.

Questa è la vita.

Ci hanno fatto dimenticare le regole base per rendere il nostro sistema immunitario imbattibile. L’allenamento, cioè stare gli uni con gli altri, toccarci abbracciarci, baciarci, scambiarci i bicchieri, mangiare la sabbia di Lignano, giocare all’aria aperta, nutrirci in maniera sana, ( non come me che mangio solo zuccheri e grassi saturi, alimentazione propensa a farti andare all’altro mondo molto presto, per la gioia di chi mi vuole male), essere felici.

Con questo allenamento diventiamo imbattibili.

Eppure lo abbiamo dimenticato, spaventati da un virus, da una diffusione di notizie terrificanti.

Nessuno vi dice quanti asintomatici tra i nuovi contagi, e quanti guariti tra i vecchi contagi. Vi narrano la storia dei morti, perché altrimenti tutta questa paura finirebbe in un attimo e i nostri figli tornerebbero liberi d’andare a scuola, a fare i discoli o i secchioni, a infrangere regole e ad essere impeccabili. Ognuno con la sua personalità, il suo odore e la sua forza vitale. Tra esperienze che solo la scuola fisica ti può dare.

Insegnati e genitori, lottate per riavere il diritto allo studio, quello vero, non quello virtuale dietro ad uno schermo, dove tutto diventa disinteresse collettivo.

Dalla mia cattività ( cioè cattivi-tà o cattiva vita) ho chiuso.

Buona giornata

Lisa Ermacora

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