Ieri, 8 ottobre 2022, Udine ha dato inizio a una nuova stagione di manifestazioni di protesta in Italia.
Da tanto non andavo a una manifestazione e, mentre con la mia amica e compagna di avventura ci recavamo in piazzale Chiavris, vedevo che lo spiegamento di forze dell’ordine per fermare il traffico e scortare il corteo era come al solito imponente.
È stata una delusione però notare una scarsa partecipazione a questo evento, forse poco sentito dato che molti si credono più liberi e sperano in cuor loro che il peggio sia passato.
La locandina dell’evento diceva di sostenere il valore della libertà e della giustizia. Credo che molti non abbiano ancora capito che la libertà e la giustizia in Italia sono un’ utopia, per cui hanno preferito fare altro invece di prendersi la briga di venire in piazza.
Inoltre molti dimenticano il sacrificio di coloro che organizzano questi eventi: questi cittadini che si sono opposti al sistema ora sono perseguitati da sanzioni e decreti di condanna da parte della magistratura. Queste persone che si sono esposte quando tutti noi eravamo spaventati con l’acqua alla gola ora rischiano grosso per averci aiutati a portare avanti il nostro dissenso. Con le pance piene e il lavoro sicuro giriamo le spalle a chi si è messo nei “guai” per aiutarci.
È interessante osservare come l’essere umano quando sta bene tenda a dimenticare ciò che ha vissuto e in particolar modo dimentica l’aiuto che ha ricevuto.
Tempo al tempo. Anche se il corteo non era costituito da migliaia di persone come lo scorso anno, la forza e la determinazione di chi era presente si sentivano forti e chiari.
Si è parlato del caro bolletta che come la spada di Damocle ondeggia sulle nostre teste. Si è messo in luce il problema della guerra, perché guerra e pandemia sono frutto di una stessa strategia.
Mentre molto lentamente camminavamo verso piazza Primo Maggio, ciondolando come i pendoli degli orologi, uno slogan nuovo accompagnava i nostri passi. “Siamo quelli che difendono i valori della libertà, siamo quelli che combattono tirannide e iniquità.
Ora e sempre si canterà questo inno di libertà.”
Lo scorso anno lottavamo per una causa più immediata, si lottava contro il green pass e vorrei ricordarvi che ancora non è stato totalmente abolito.
Sapendo che non siamo governati da politici veri ma da marionette guidate da forze angloamericane, direi che dovremo rimanere svegli e uniti.
Mi auguro che la prossima volta ci sia molta più partecipazione.
E la gente che in città si lamentava perché il traffico era stato fermato per tre ore non capiva che le persone che erano in corteo stavano lottando anche per loro, per la loro libertà.
Come al solito chi crede di essere libero non rispetta chi cerca la libertà. Chi è libero invece ha la pace interiore e la lucidità mentale per accettare e condividere con gioia la libertà di tutti.
Quindi cominciamo a capire cosa vuol dire essere liberi veramente affinché la libertà si espanda anche intorno a noi.
Con la speranza che la prossima volta aderiate al corteo, vi auguro come sempre una bella e serena domenica.
Lisa Ermacora