Finalmente hanno riammesso nelle corsie medici e infermieri non vaccinati.
Mi pare cosa buona e giusta, dato che a mio avviso la capacità di un medico
non si misura in quante dosi si è “sparato” nel corpo, ma in quante competenze
ha acquisito nell’arco dei suoi studi e della sua vita lavorativa. Altrimenti fate
attenzione, potrei essere medico anche io dopo tre dosi, non vi pare?
Eppure le polemiche fioccano come se nevicasse.
Molti in tv, tra giornalisti, opinionisti di vario genere incalzano l’opinione
pubblica dicendo che loro non vogliono farsi curare da un medico non
vaccinato e che questi medici devono avere un contrassegno per farsi
identificare affinché il paziente possa scegliere se farsi curare o meno da lui.
A questo punto mi chiedo perché i pazienti non vaccinati non hanno potuto
scegliere se essere seguiti da un medico più in linea con il loro pensiero? A si,
perché questi medici erano stati sospesi.
Gira in rete anche una confidenza di un’infermiera reintegrata che ha in reparto
un suo parente. Lei può lavorare senza il green pass, ma se vuole fare visita
come comune cittadino allo zio deve fare tampone e green pass. Se questo non
rasenta la follia ditemi cosa lo è.
Si dice anche che chi è tornato al lavoro grazie a questo reintegro viene vessato
e “stolcherato”. I colleghi di lavoro rendono la vita difficile a chi è rientrato.
Una volta non credevo nella cattiveria delle persone, cercavo sempre di vedere
il buono in tutti. Se una persona mi faceva uno sgarbo, credevo sempre fosse in
buona fede. Ora, credo di essere cresciuta e vedo le persone come realmente
sono. A volte resto delusa perché non me lo aspettavo e a volte invece mi
congratulo con me stessa perché ho indovinato subito con chi aveva a che fare.
Quindi immaginatevi questi medici e infermieri reintegrati dopo mesi senza
stipendio ecc., che per anni hanno lavorato affianco affianco ai loro colleghi
vaccinati, magari instaurando belle amicizie, aiutandosi nel momento del
bisogno, scambiandosi i turni, festeggiando i compleanni, ed ora per colpa di
un vaccino tutto è sparito nel nulla, lasciando tanta amarezza, perché nessuno si
sarebbe aspettato un simile voltafaccia da persone all’apparenza colte e
sensibili.
Dove prima c’era stima reciproca ora regna il disgusto e l’indifferenza.
Pensate come il potere riesce a distruggere i rapporti tra le persone. Non entro
nel merito di chi ha guadagnato e quanto in questa situazione, dato che molti
mie articoli sono stati, credo, più che esaurienti in merito.
Ma voglio cercare di fare luce su ciò che questa situazione ha creato nel cuore
delle persone.
L’odio per chi non si è vaccinato è allucinante. Ricordate quando dicevano che
chi non si vaccina doveva pagarsi le sperse mediche? Oppure dicevano che chi
non si vaccinava era un egoista? Chi cercava nel suo piccolo di far valere le
proprie ragioni veniva isolato, screditato, deriso, insultato, minacciato.
A già, ora che sembra che vada tutto bene, si fa finta di niente. Ma come i
medici sono stati reintegrati, ecco che l’odio si fa sentire, semplicemente
perché questi medici, laureati hanno messo in discussione un farmaco che forse
tanto salutare non è.
Incontro ogni giorno persone con effetti avversi da vaccino che si sono pentite
della scelta fatta, senza contare che le morti per malore oramai non si contano
neanche più. Meglio nascondere la polvere sotto il tappeto, almeno non si vede,
e agli occhi dell’opinione pubblica sembra che tutto vada bene.
Ed allora vai con la giostra dell’immigrazione, il solito spettro della
distrazione di massa si manifesta nei vari tg.
Questa povera gente oltre a diventare la nuova schiavitù, è anche il capro
espiatorio per non far vedere agli italiani ciò che realmente accade nel loro
territorio. L’immigrazione di massa è una vera e propria invasione, camuffata,
per non allarmare il popolo, che altrimenti non acconsentirebbe a questi
continui sbarchi. Anche Udine non è più la stessa. Anni fa era raro vedere
gente che arrivava dagli altri continenti, ora invece ci sentiamo noi stranieri
nella nostra città, in particolare nella zona periferica. Anche a Fagagna non
mancano gente che è arrivata da ogni dove.
Ma come sempre di queste cose è meglio non parlarne altrimenti diventi subito
impopolare e nazista.
Viviamo in un periodo di transizione, dove gli uomini devono capire chi sono e
cosa devono fare.
La mancanza dei sani principi e dell’amore verso il prossimo ci ha spinti a
diventare intolleranti con tutti, a trattare il prossimo con sufficienza e a non
tollerare le scelte libere e consapevoli degli altri.
Il percorso per riscoprire l’empatia dentro di noi è facile e veloce. In sostanza
basterebbe cominciare ad amare e rispettare noi stessi, però fino a quando non
accettiamo ogni singolo atomo di noi, lo curiamo e lo amiamo, non riusciremo
a riversare la stessa cosa verso chi è intorno a noi.
Mi auguro che i medici e gli infermieri reintegrati abbiano la forza e la
determinazione per superare anche questa tempesta, proprio come i migranti
che lottano continuamente per cercare una vita migliore.
Buona domenica
Lisa Ermacora