Mi ritrovo il martedì sera su rai 3, nella noia più totale. Guardo la trasmissione tv “Carta bianca” con Bianca Berlinguer. Donna elegante, con il suo caschetto di capelli sempre perfettamente pettinato.
In genere guardo la trasmissione esclusivamente per Mauro Corona famoso scrittore montanaro di Erto. Sempre mal pettinato, i capelli bianchi medio lunghi arruffati come le sue sopracciglia. Mi ricorda tanto me quando mi sveglio al mattino, stesso stile trasandato. Abbigliamento minimale, maglietta senza maniche. Effettivamente lui oltre a fare lo scrittore fa anche lo scultore, quindi le braccia deve averle libere per poter lavorare. Dimenticavo è anche un provetto scalatore. Insomma un uomo tutto d’un pezzo.
Ma la caratteristica che più mi incuriosisce di Corona è il temperamento alquanto discutibile. Uomo imprevedibile. Ecco perché guardo questa trasmissione, per l’imprevedibilità di questo particolare ospite.
Certo l’altra sera è stato più imprevedibile del solito, ha sbottato dicendo alla Berlinguer di stare zitta e non pago di quelle prime parole, l’ha anche apostrofata con l’appellativo di gallina.
In me è sceso il silenzio. Poi mi sono fatta una grassa risata, anche perché la Berlinguer gli ha detto che non deve permettersi di darle della gallina. Lui ancora più scocciato si è preso e se ne è andato via.
Premetto che chi conosce Corona dal vero, non attraverso la televisione sa che lui è un cavallo sciolto, irriverente forse molto più di Sgarbi, incapace a volte a contenere il proprio disappunto anche verso il gentil sesso, che a quanto pare non stima in maniera particolare se non per poche semplici cose.
Le polemiche su questo fatto sono fioccate come una brutta tempesta invernale.
Molti sono dalla parte di Corona perché la “Bianchina” come la chiama lui, a volte è davvero maleducata non lascia finire il discorso alle persone, in particolar modo se lei non è d’accordo su quello che l’ospite dice. Interrompendo continuamente senza lasciar finire un concetto o una frase. Ovviamente Corona montanaro di professione, stancato da quel tipo di atteggiamento ha sbottato.
Lo ammetto io avrei sbottato molto prima e forse una parolina dolche come “gallina” non sarebbe uscita dalla mia bocca, ma sicuramente, dato che per chi mi conosce bene, sa che ho il linguaggio naturale del camionista rozzo, avrei usato nomignoli che è meglio non riportare.
Non assolvo Corona per il suo comportamento, anche se in tv è molto moderato, però bacchetto la Berlinguer perché dopo tanti anni, conosce Corona e sa perfettamente come farlo adirare, quindi da vera ed elegante signora quale è, avrebbe dovuto evitare quel brutto scontro tra di loro.
A parer mio lui non ne è uscito bene, ma anche lei ha avuto una brutta caduta di stile.
Perché racconto questo fatto?
Le offese alle persone non vengono fatte solo tramite le parole, le quali sono più dirette e comprensibili a tutti nell’immediatezza. Tipo la parola “gallina” in questo fatto.
A volte l’offesa più subdola è dietro un falso perbenismo, senza parole che offendono. La signora Bianca Berlinguer, dietro una facciata elegante, di parole garbate, faceva trasparire una forma di presa in giro verso un uomo che per quanto sappia difendersi da solo, cercava di dire qualche cosa per lui importante.
Vedo spesso questi teatrini di mascherata tolleranza da parte di persone che vogliono sembrare corrette verso il prossimo. Nella realtà però si ritengono superiori, masticando paroloni forbiti, solo per pubblicizzare una super cultura, cercando di farsi vedere politicamente corretti, invece sono corrotti da un perbenismo imperante, catalizzato da titoli di studio o appartenenti a cognomi importanti, senza rendersi lontanamente conto di quanta pochezza alberga nei loro cuori.
Come il fatto stesso che dire negro è una offesa, forse “sporco negro “è una offesa. Quindi scusate la mia male augurata ignoranza, per me la parola negro o nero sta a specificare una caratteristica fisica, come giallo per il cinese, rosso per l’indiano d’America, bianco per noi. Uno storpio è storpio, la parola disabile è riduttiva, non caratterizza la persona, ma la annienta in una incapacità fisica, che forse quella persona non ha. Non si dice più la parola vecchio, ma si opta per anziano. Anziano a me sa di malaticcio, vecchio invece sa di qualcuno che ha vissuto, che è saggio. “Centro anziani” mi fa venire in mente persone vecchie e malate pronte a morie, ma immaginateci un “Centro per vecchi”. Immagino gente di una certa età che continua a godersi la vita, fino all’ultimo respiro.
Spero che un domani mi diano della vecchia non dell’anziana. Se mi diranno anche vecchia gallina capirò che parlo troppo e interrompo sempre.
La parola si sta snaturando per paura di offendere. Ci sono stai personaggi fantastici, con disabilità di ogni genere, ma che sono stati descritti nello specifico enfatizzandoli ancora di più con parole che oggi verrebbero viste come offensive, non come semplici caratteristiche.
La parola “gallina” detta alla Berlinguer, se scritta per descrivere il momento che stava vivendo Corona cade a fagiolo, perché la vocina stridula che aveva in quel momento la Binachina ricordava il chiocciare della gallina, quando cerca di richiamare i suoi pulcini.
Io conosco poco e male l’italiano, però quando leggo certe espressioni si formano delle immagini nella mia mente, quindi apprezzo comunque chi le usa.
Le offese arriveranno sempre a tutti da ogni dove. Dai più saggi come dai più stolti, spetta sempre a noi non prendere le offese sul personale, vedere il contesto per il quale ci hanno offeso, nell’eventualità fare ammenda e alla fine lasciarci scivolare via la cosa senza pensarci su più. Se per caso siamo noi a offendere qualcuno, sia con le parole come pure con gli atteggiamenti, impariamo a fare un bel respiro, chiedere scusa, perdonarci e andare avanti.
Lisa Ermacora.