Cara bolletta,
sono anni che mi metti in croce. Ti aspetto sempre con ansia perché so per certo che sarai un’amara sorpresa ogni volta.
Eppure diligentemente con il pagamento automatico in banca o con il bollettino postale ti pago senza fiatare.
Lo so, tu mi dirai che ti pago perché temo che il gestore che ho scelto per la fornitura dei tuoi servizi possa togliermi il grande privilegio di avere la luce, l’acqua, il telefono con la sua bella connessione internet ( oramai diventata più vitale dell’acqua) e, non meno importante, il gas.
Bei tempi quelli in cui esistevano solo l’Enel e la cara vecchia Sip, gestite dallo Stato il quale non poteva speculare sui beni primari della popolazione, così come pure l’acqua era gestita dallo Stato: erano tutti enti pubblici che servivano il cittadino.
Ricordo ancora quando le bollette erano semestrali e con prezzi “ridicoli” che anche le famiglie più povere o le aziende più piccole potevano pagare senza problemi, senza dover rateizzare la bolletta o rischiare di non poterla pagare. Per le aziende e le partite iva l’elettricità costava meno perché serviva per lavorare, il privato invece pagava qualche cosa di più.
Lo Stato a quel tempo faceva gli interessi delle imprese di qualsiasi misura perché davano lavoro e se un imprenditore era piccolo e lavorava da solo almeno non pesava sull’ economia statale.
Bei tempi, cara bolletta, quando non facevi paura a nessuno, anzi era anche un vanto correre a pagare in anticipo.
Poi arrivarono quei “geni” che decisero di privatizzare queste forniture perché, dicevano, bisognava creare concorrenza sul mercato per mantenere i prezzi bassi.
E la grande bufala del “creare concorrenza per pagare meno” prese inizio.
Servizi più costosi e meno efficienti cominciarono a mettere i cittadini in grande difficoltà.
Anche per le banche venne fatta la stessa scelta. Invece di tenere una banca di stato che regolasse gli interessi propri e dei propri cittadini, sono state create banche come aziende che devono speculare sui risparmi e sui conti di tutti i correntisti per poter guadagnare a dismisura.
Privatizzando i beni di prima necessità, hanno dato in mano il potere a società speculative cui del bene dei cittadini non importa nulla e sono talmente potenti che sono addirittura economicamente più forti degli Stati che le ospitano nei loro territori: hanno un potere superiore che sottomette i governi stessi, facendo in modo che siano loro fedeli servi.
Insomma, cara bolletta, tu puoi fare andare bene una economia come pure distruggerla, dipende sempre da chi è il grande speculatore che vive e si arricchisce dietro di te.
La soluzione a questo problema? Semplice. Basterebbe che tutto ritornasse nelle mani dello Stato, che nessun ente privato potesse fare bello o cattivo tempo sulle spalle degli utenti.
Dicono che è difficile e non si può fare.
Balle!!!
Come semplicemente anni fa privatizzarono selvaggiamente, allo stesso modo lo Stato potrebbe far ridiventare pubblici tutti questi enti così importanti per le famiglie e per l’economia italiana.
Manca la volontà, perché al Governo sicuramente abbiamo coloro che questi colossi finanziari foraggiano abbondantemente.
Siamo un paese ricco e forte in tutti i sensi. Abbiamo ancora riserve auree per uscire dall’euro e ricreare la nostra moneta, ritornando nuovamente competitivi con le esportazioni.
L’aumento delle bollette e dei carburanti a mio avviso è solo una manovra speculativa per impoverire il popolo italiano.
A questo punto, cara bolletta, sai che cosa spero? Che ogni Italiano dal più grande imprenditore al più piccolo cittadino decida di non pagarti.
Perchè se una persona sola non paga, la sua utenza rischia di essere tagliata, ma se tutti insieme non si paga, allora son sicura che in men che non si dica i grandi colossi ritoccheranno le loro esose tariffe.
Distinti saluti
Lisa Eramcora